Detenuto tenta di salire sul tetto – Carcere di Udine, via Spalato

GIUGNO 2020 – Udine, detenuto tenta di salire sul tetto del carcere. Come al solito si evita di entrare nel merito della rivendicazione.
https://www.ilfriuli.it/articolo/cronaca/udine-detenuto-tenta-di-salire-sul-tetto-del-carcere/2/222398

Qualche notizia relativa al carcere di Udine in via Spalato:

NOVEMBRE 2019 – Una lettera scritta da 92 detenuti nel carcere di via spalato a Udine diffusa dall’ Assemblea permanente contro il carcere e la repressione.
https://affinitalibertarie.noblogs.org/2019/12/17/lettera-dei-detenuti-dal-carcere-di-via-spalato-a-udine/

GENNAIO 2020 – Protesta al Distretto di Udine dell’Assemblea permanente contro il carcere e la repressione in solidarietà con i prigionieri del carcere di via Spalato sulle gravi carenze sanitarie.
https://www.nordest24.it/gravi-carenze-sanitarie-in-carcere-la-protesta-al-distretto-di-udine/
http://www.udinetoday.it/cronaca/manifestazione-distretto-sanitario-udine-28-gennaio-2020.html

FEBBRAIO 2020 – Stupro ai danni di un giovane detenuto con “problemi psichici” alla sua prima esperienza detentiva avvenuto alla fine del 2019. La violenza si è verificata all’interno di una “camera di pernottamento” ad opera di quattro detenuti che avrebbero approfittato di lui mentre era sotto l’effetto di psicofarmaci.
Secondo la ricostruzione, dopo un breve periodo di degenza nel Reparto Infermeria dell’Istituto ove gli sarebbero stati applicati alcuni punti di sutura al retto, pare che il giovane sia stato riportato nella stessa camera ove precedentemente è stato oggetto di violenza sessuale. Dopo aver subito lo stupro si è chiuso nel silenzio e ha manifestato l’intenzione di suicidarsi.
 Il procuratore capo di Udine, Antonio De Nicolo non ha nascosto la sua irritazione per la diffusione della notizia. “Sarebbe stato preferibile lasciar lavorare in tranqullità gli inquirenti ma faremo il nostro dovere”.

MARZO 2020 – Le proteste di marzo
http://www.udinetoday.it/cronaca/protesta-carcere-udine-coronavirus.html

MARZO 2020 – Il giovane Ziad Dzhihad Krizh, ventidue anni, ‘trovato morto’ nella sua cella nel carcere di via Spalato lo scorso 15 marzo.
http://www.udinetoday.it/cronaca/giovane-morto-carcere-udine-15-marzo-2020.html

«… quel ragazzo aveva 22 anni ed è morto, era da tempo che stava male, che non veniva preso in considerazione. Si era ripetutamente lesionato, tagliato con lamette. In questi ultimi giorni lamentava febbre e che stava male, ma l’unica cosa che hanno fatto è stato di aumentargli la terapia di metadone a dosi spropositate, subutex a quantità spropositate e psicofarmaci. Infatti il tutto ha causato la morte, per lo più. Il defibrillatore era già rotto da mesi e mesi. La cella l’hanno aperta dopo 20 minuti quindi alle 7.20 della mattina e l’unico soccorso che ha avuto è stato solo un assistente che ha provato a rianimarlo ma con le mani perché l’apparecchio è rotto.

Poi hanno aspettato ore prima che arrivasse un dottore e il magistrato con tutta calma. Il corpo è restato ad aspettare qua dentro fino poco più tardi delle 13.00. Vergognoso poi che il ragazzo avesse problemi di tossicodipendenza e lo tenessero al terzo piano, e neanche lo ascoltavano e controllavano.

Voglio che queste cose siano riferite così da mettere tutti a conoscenza delle cose vergognose e orribili che succedono nel carcere di Udine. Lo hanno ammazzato. La responsabile dell’area sanitaria non c’era, manca da 15 giorni. È tutto vero
http://www.osservatoriorepressione.info/familari-dei-detenuti-denuciano-violenze-abusi-nelle-carceri-foggia-opera-un-detenuto-morto-udine/

In questi giorni in cui abbiamo avuto modo di parlere di transfemminismo e lotte anticarcerarie ricordiamo anche Danila, transessuale straniera di 33 anni morta suicida 4 ore dopo essere entrata nel carcere di Udine di via Spalato nell’agosto 2018.
https://www.ildubbio.news/2018/08/02/udine-trans-si-impicca-nel-bagno-del-carcere/

MAGGIO 2020 – Una lettera dal carcere di Udine che abbiamo ricevuto e pubblicato.
L’assemblea permanente contro il carcere e la repressione nella nota iniziale informa anche di aver ricevuto procedimenti penali per la solidarietà portata a prigionieri e prigioniere.
https://oltreilcarcere.noblogs.org/post/2020/05/27/una-lettera-dal-carcere-di-udine/

GIUGNO 2020 – Le intimidazioni non hanno arrestato la solidarietà a Udine.
http://www.osservatoriorepressione.info/event/udine-presidio-anticarcerario-3/

Mentre a Tolmezzo, sempre a Udine:

APRILE 2020 – Trasferimenti e deportazioni punitive dal carcere di Bologna hanno causato la diffusione del contagio
http://www.ristretti.org/index.php?option=com_content&view=article&id=89181:tolmezzo-ud-positivi-al-virus-in-carcere-la-protesta-di-brollo-e-mazzolini&catid=220:le-notizie-di-ristretti&Itemid=1

Breve rassegna anticarceraria – dal 1° giugno al 16 giugno 2020

Suicidio
 
13 giugno 2020 – P. B. viene trovato impiccato alle 6 di mattina nel carcere di Rebibbia, aveva 42 anni.
 
Salgono così a 22 i suicidi avvenuti in carcere dall’inizio dell’anno, tre dei quali avvenuti in “isolamento sanitario precauzionale”.
 
Salute:
 
16 giugno 2020 – Un detenuto nel padiglione Milano, nel carcere di Poggioreale, è risultato positivo alla scabbia e ora si trova in isolamento. 
 
Morire di carcere: dossier 2000-2020
Suicidi, assistenza sanitaria disastrata, morti per cause non chiare, overdose
Detenuti morti dal 2000 al 2020:
 
Pestaggi
 
11 giugno 2020 – 57 agenti indagati con l’accusa di pestaggi e torture nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) dopo la rivolta dei detenuti del 5 aprile.*
Le guardie salgono sul tetto contro le modalità di perquisizione da parte dei carabinieri, alcuni di loro sono stati fermati fuori al carcere per essere identificati. 
 
Nel pomeriggio Salvini ha visitato il carcere a sostegno della polizia penitenziaria, legittimando gli abusi, il pugno duro sulle rivolte, e invocando piu controllo, piu telecamere e l’introduzione del taser in carcere.
 
*Il 5 aprile l’isolamento per sospetto (poi confermato) Covid-19 di un detenuto con la febbre alta addetto alla distribuzione dei pasti ha allarmato la popolazione reclusa: circa 150 detenuti hanno organizzato la tradizionale battitura delle sbarre. Nella terza sezione del reparto Nilo i detenuti si sono barricati dietro una barriera di brande, chiedendo la distribuzione di dispositivi di protezione. 
Il giorno successivo il magistrato di Sorveglianza ha dichiarato che gli atti di insubordinazione ‘non avevano assunto i connotati di una rivolta’. 
Le testimonianze dicono che una volta andato via, tra le 15 e le 16, gli agenti del peniteziario sono entrati nel reparto in tenuta antisommossa, con i volti coperti dai caschi, e hanno proceduto ai pestaggi.
 
La lettera di un detenuto a sua moglie: «Caro amore mio, oggi è l’8 aprile e ti scrivo per dirti che non sto molto bene e non so nemmeno come mandarti questa lettera in quanto non le fanno partire… sto vedendo se esce qualcuno per fartela avere. Amore, qui il giorno 6 aprile ci hanno fatto le perquisizioni a tutto il reparto, ma non solo questo, ci hanno distrutto le celle con parecchie cose che avevamo comprato noi stessi. Per colpa di qualche sezione a rimetterci sono state anche le altre e, sezione per sezione, sono venuti quasi 100 – 150 persone di polizia penitenziaria con i manganelli e si sono messi tutti in fila per il corridoio dopo che ci hanno distrutto le celle e poi cella per cella ci spedivano in saletta e mentre camminavano per il corridoio ci hanno distrutti di manganellate. Calcola che io Amò sto pieno di lividi dappertutto. Ma non è finita, stanno ancora continuando a fare abusi sui detenuti: all’improvviso viene la squadretta e portano i detenuti giù e li gonfiano di mazzate. In poche parole Amò io non ce la faccio più a subire tutte queste violenze. Per i troppi lividi che ho addosso non ce la faccio nemmeno a sedermi sulla sedia. Poi l’infermiera non ci chiama per farci refertare per paura delle guardie… Comunque Amò io ho ancora tante cose da raccontare, se parte la denuncia finirò di raccontare».
 
13 Giugno 2020 – Nuova rivolta ‘rientrata’ nella stessa giornata. Una cinquantina di detenuti ha preso il controllo del dipartimento ‘Danubio’, lo stesso dove sono indagati 57 poliziotti dalla Procura per reati di tortura, violenza privata e abuso di potere. La rivolta ha portato a scontri fisici con la polizia penitenziaria.
 
14 giugno 2020 – Sono stati trasferiti in altre strutture penitenziarie campane (Avellino, Benevento e Ariano Irpino) i tre detenuti ritenuti responsabili della rivolta scoppiata il 13 giugno nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
 
Il Gruppo Operativo Mobile della Polizia Penitenziaria ha inviato oltre 70 unità negli istituti della Campania.
 
16 giugno 2020 Osapp, SiNAPPe, UILPA, USPP, FNS – CISL rendono noto con un comunicato stampa la loro intenzione di manifestare nel piazzale antistante il carcere di Santa Maria Capua Vetere il prossimo 19 giugno alle 10.
 
Tortura
 
15 giugno 2020 – Tre agenti di polizia penitenziaria sono accusati a Ferrara del reato di tortura per aver fatto spogliare e picchiato in cella un detenuto. Per loro la Procura ferrarese ha chiesto il rinvio a giudizio e l’udienza preliminare è fissata per il 9 luglio.
 
I fatti risalgono al 30 settembre: il detenuto è stato denudato, fatto mettere in ginocchio e percosso dalle guardie, anche con un oggetto di metallo, quindi lasciato lì fino a quando non è stato notato dal medico del carcere. Successivamente l’uomo è stato trasferito a Reggio Emilia. Due agenti sono accusati anche di falso e calunnia per i rapporti sulla vicenda. E’ imputata anche un’infermiera del carcere per false attestazioni.
 
Repressione solidarietà
 
12 giugno 2020 – Carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile hanno denunciato a piede libero nove persone per violazione all’articolo 18 del Tulps. Il provvedimento fa seguito ad un presidio solidale svolto in un luogo pubblico senza dare avviso al questore e alla presenza di alcuni striscioni di stoffa attaccati sulle mura del carcere recanti “scritte sovversive”.
 
12 giugno 2020 – Dopo il ‘flop’ dell’operazione ‘Ritrovo’ ancora arresti e accuse di terrorismo tra le anarchiche e gli anarchici con l’operazione ‘Bialystok’ messa in campo dalla Procura di Roma. Sette i/le compagnx coinvoltx, 5 in carcere e 2 ai domiciliari. Le accuse sono di nuovo 270bis (per le persone in carcere) più numerosi fatti specifici, tra cui attentato con finalità di terrorismo, incendio e istigazione a delinquere, diversi episodi riguarderebbero azioni in solidarietà con prigionieri e prigioniere.
 
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