Udine – Una lettera firmata da ventidue prigionieri del carcere di via Spalato

Riceviamo e diffondiamo dall’Assemblea permanente contro il carcere e la repressione (Udine-Trieste, 9 luglio 2020) una nuova lettera giunta alla casella postale “Ass. Senza Sbarre” (cp 129 – 34121 Trieste)  firmata da 22 detenuti che ne chiedono la massima diffusione.

Una libera iniziativa collettiva e autonoma di alcuni prigionieri cui è importante dare voce.


Udine, giugno 2020

Alla attenzione dell’Associazione “Senza sbarre”

Noi detenuti del carcere di via Spalato […] dichiariamo che è da mesi che ci lamentiamo per la piccola quantità di cibo che viene distribuita, e anche, altra cosa grave, che alcuni di noi hanno portato in visione all’ispettore di turno cibo crudo, cibo scaduto e maleodorante.
Non solo: alcuni detenuti hanno trovato nel loro piatto di spinaci e gnocchi anche scarafaggi morti. Tutto questo lo lamentiamo da mesi, e anche veniva portato in visione il mangiare scaduto e avariato ad un ispettore di turno, e lui lo segnalava anche, ma continua tutt’ora lo stesso; addirittura persone che hanno avuto problemi alla pancia, chi vomito ed alcuni, più fortunati, si astengono al ritiro del vitto. Ma chi non può purtroppo farlo, deve avere la fortuna di farcela, quanto meno avere culo, che alcune volte [il vitto] arriva in condizioni discrete, ma sempre cibo scaduto e con forti odori, tipo pesce, uova, e sughi con pasta cruda, e sughi non cotti bene.
Purtroppo tanti di noi abbiamo reclamato ed alcuni non ritirano più il vitto, poi troviamo fuori dalle porte della cucina molti scarafaggi, che vengono poi anche trovati negli spinaci e nelle zuppe di verdura.
Poi i continui nidi di scarafaggi, formiche, piccoli topi e addirittura scorpioni, che fuoriescono dai lavabi, bagno, wc, doccia. Siamo invasi da ogni forma di insetti che portano malattia, non c’è igiene nelle celle, sono muri sporchi, bagni con muffa e privi di aerazione, non c’è sanificazione di nessun genere, gente malata che ha problemi igienici sanitari. […]

Seguono 22 firme

[…]
Noi siamo quelli che aderiamo con voi […]
Gli amici di via Spalato […]
Grazie

Lettera detenuti carcere via Spalato – UDINE pdf

Una lettera dal carcere di Udine

Riceviamo e pubblichiamo una lettera dal carcere di Udine dall’Assemblea permanente contro il carcere e la repressione.

Nella nota iniziale veniamo informatx di ulteriori procedimenti penali in corso per intimidire le lotte: istigazione a delinquere e diffamazione a due compagnx per un interventa lasciata ad una web radio in occasione di un presidio sotto al carcere di Udine del dicembre scorso.

Una lettera da Elena e Nicole

Una lettera inviata da Elena e Nicole che hanno chiesto di pubblicare.
 
Carcere di Piacenza, 15 maggio 2020
 
Grazie a tutti voi!
Grazie per il kit di buste e bolli!
Io (Nicole) ed Elena siamo in AS3. Siamo arrivate alle 11.30 circa del 13 Maggio, dopo un primo passaggio in una tenda posta esternamente per misurare la temperatura corporea alle nuove detenute, siamo state messe in isolamento sanitario per 15 giorni (celle singole ma adiacenti). Non possiamo accedere alla palestra e alla biblioteca, dopo che c’eravamo state per 2 giorni, causa emergenza Covid e nostro isolamento. Dopo tale misura non saremo più potenziali veicoli di infezione… dopo una nostra incazzatura ci hanno dato 4 libri e ci stanno preparando il regolamento interno (è dall’ingresso che lo chiediamo)… vedremo.
Abbiamo 2 ore d’aria al dì, da fare separatamente dalle altre sempre per emergenza Covid e quindi le facciamo assieme (con mascherina) alle 12-13 e 15-16.
Come saprete qui c’è anche Natascia che al momento riusciamo a vedere solo di striscio quando attraversiamo il corridoio, ma i suoi sorrisi sono stati e sono fondamentali. Speriamo di poterla abbracciare presto. Oggi abbiamo avuto l’interrogatorio e ci siamo avvalsi della facoltà di non rispondere. Eravamo in videoconferenza insieme a tutti gli altri.
Lunedì vedremo gli avvocati. Di ieri la notizia che dal 19 c.m. al 30/06 riprenderanno i colloqui visivi e saranno mantenuti i colloqui via Skype. Questa operazione (che ci pare aver capito chiamata “RITROVO”?) ha quali capi di imputazione l’ormai noto 270 bis e 270 bis1 (aggravante) per 11 su 12, istigazione a delinquere tramite articoli, volantini e manifesti con l’aggravante dell’uso di strumenti informatici – Tribolo.noblogs.org e la piattaforma roundrobin.info -; danneggiamento di un Bancomat BPER nel corso di una manifestazione non autorizzata il 13/02/2019; imbrattamento e deturpamento con vernice spray su edifici a Modena e Bologna con scritte comparse dal dicembre 2018 ad oggi per tutti. Incendio, per uno degli imputati più altri allo stato da identificare, ai ponti ripetitori delle reti televisive in via Santa Liberata (Bo) nella notte tra il 15 e il 16/12/2018.
Che dire?… “la commissione dei reati – fine […] non è necessaria” (cit. pag.21 ordinanza)… forse l’ennesimo tentativo dopo Outlaw e Mangiafuoco – finite in una bolla d’aria – di chiudere la bocca a chi “odia gli sfruttatori” (cit. pag.20 ordinanza)? E cosa più importante non ne fa un mistero ma lo urla al mondo. L’ordinanza porte il timbro del 6 marzo. Ci chiediamo se questi miseri esseri senza qualità abbiano deciso di rimandare il nostro arresto al 13 Maggio per risparmiarci l’ingresso in carcere nel pieno dell’emergenza Covid19 o se lo abbiano fatto per evitare in quel periodo ulteriori presenze scomode e ribelli nelle gabbie di Stato. La risposta viene da sé. Medici e guardie, fusi in un corpo unico qui come altrove, si rivendicano la loro «scelta di vita». I medici in particolare, incalzati dalle nostre domande provocatorie sul loro ruolo durante la prima visita, hanno fieramente sostenuto di svolgere il loro lavoro per la tutela della salute delle persone in galera.
A conti fatti, visti i morti e i malati di e in carcere, non possiamo che concludere e urlargli in faccia che il loro lavoro lo fanno decisamente male nonché in completa armonia con le guardie.
Non può esistere in luoghi del genere, la tutela della salute delle persone, per ciò che questi luoghi sono e rappresentano. L’unica sicurezza è la libertà per tutte e tutti.
 
Volevamo ringraziare tutte quelle persone che ci hanno fatto sentire la loro vicinanza con i telegrammi, tanti; forse dall’esterno sembra una sciocchezza ma qui ci hanno scaldato il cuore e lo spirito. Il nostro pensiero va, in primis, a Stefy poiché è l’unica tra noi sola nel carcere di Vigevano e a tutti i nostri amici e compagni di lotta a Ferrara e Alessandria, a quelli raggiunti da obbligo di dimora nel Comune di Bologna e alle compagne e ai compagni fuori che continnuano a lottare insieme a noi.
 
Nicole e Elena
 

Lettera di un detenuto alla Dozza

Aprile – Estratti di una lettera del 10/04/2020 da parte di un detenuto della Dozza, Bologna.

…devo dirti che sono contento che qualcuno possa far sapere cosa succede nel carcere di Bologna, i Tg non ne parlano per non allarmare le famiglie, ma qui non è una gran bella situazione, è da giorni ormai mesi che si parla di questa epidemia mondiale, qualche deficiente ignorante ha detto che per noi detenuti ristretti, non avendo contatti né con i familiari nè con l’esterno era impossibile essere contagiati dal coronavirus, soltanto il giorno 7 aprile ci hanno consegnato delle mascherine, cioè dopo che hanno scoperto altri 2 detenuti [positivi] nella sezione 1°D, dove ci sono i giocatori del rugby e lo studentato, che fanno studi di lauree e diplomi, ci sono 4 sezioni in quarantena, quando dico sezioni parlo di 52 persone per sezione, il 3°A e il 3°B dell’alta sicurezza dove c’era quel signore Vincenzo Sucato sono in quarantena, il 2°A è in quarantena e ora il 1°D.
Dicono di un solo contagio nel carcere della Dozza ma io so che sono già 20 se non di più, ma fanno credere che la situazione qui è sotto controllo ma non è così, dalle guardie non so che notizie possono uscire ma non penso siano vere perché non vogliono allarmare i famigliari.
Riguardo alla rivolta è stata una provocazione da parte delle istituzioni e della polizia penitenziaria e ora ti spiego come sono andate le cose.
Il giorno 8 marzo per la festa della donna tutto il carcere ha fatto una battitura pacifica per sostenere gli altri detenuti coinvolti nelle rivolte già iniziate, la nostra iniziativa era quella di bloccare i carrelli della cucina, non fare la spesa e fermare un carcere senza portare avanti il loro commercio del mangiare della cucina e la spesa che tengono nel magazzino, non andava a lavorare nessun detenuto e facevamo una cosa “pacifica”.
Il giorno 9 marzo dovevamo fare l’incontro con la direttrice Claudia Clemente, la commissaria Quattromani e altri, il capo degli educatori Massimo Ziccone, il responsabile della sanitaria ecc.…ecc…, già quando siamo andati giù erano già pronti con caschi scudi e manganelli, siamo passati in mezzo a 200 guardie già pronte come se sapessero cosa doveva succedere. Alle 13:30 ci hanno vietato l’ora d’aria che ci spetta, è ministeriale e non potevano farlo, quella situazione di reazione dei detenuti l’hanno scatenata loro, quella è stata la scintilla, ma secondo me si poteva evitare.
Hanno provato a entrare nella sezione con forza spingendosi tra di loro con gli scudi, idrante e manganellate, ma essendo compatti pure noi non sono riusciti ad entrare sennò sarebbe stata una carneficina.
Abbiamo ceduto solo per il semplice motivo che troppe persone stavano male, chi aveva bisogno di cardioaspirine, chi del metadone e del subotex, e che molte persone sono collassate per i miscugli di farmaci, abbiamo deciso con un volontario detenuto di andare a prendere le chiavi delle celle e farci trovare nelle nostre celle senza però nessuna violenza e così abbiamo trovato l’accordo. Ma non è vero che hanno fatto irruzione se non lo decidevamo noi loro non entravano, tutte le cancellate delle scale erano bloccate, non sarebbero mai potuti entrare, solo dal tetto potevano provare ma ti garantisco che avrebbero dovuto aprire il fuoco, perché c’era troppa tensione e sarebbe stato un massacro.
Qui già da prima era difficile avere una terapia, per mal di testa, mal di denti, mal di pancia ci davano la tachipirina, [a me non danno le medicine di cui ho bisogno da un mese (qui è parafrasato per mantenere la privacy)], non dormo da giorni, vedi tu come siamo messi.
[…] qui a parte convivere con la paura di ammalarci, nelle celle siamo pieni di scarafaggi, ci siamo lamentati ma nulla e questo è un problema da anni, non ho paura della morte, ma voglio morire vicino a mia moglie e ai miei figli, non in bocca allo stato e sti 18 mesi…?
Una presa per il c….

Auguri per tutto, speriamo che le nostre lettere servano per qualcosa.