Chi lotta non è mai solx

(Chiunque voglia rendere visibile e testimoniare la propria solidarietà può inviare una mail a soscarcere at autistici.org i contributi saranno raccolti in questa pagina.)
 

CHI LOTTA NON È MAI SOLX!

Elena, Leo, Zipeppe, Stefi, Nicole, Guido e Duccio liberx subito! 

Complici e solidali con tuttx i compagnx colpiti dalla repressione!

 


Riceviamo e condividiamo un contributo audio.




Riceviamo e diffondiamo:

Nelle strade ci “ritroverete”
Sempre al fianco di chi lotta /si ribella

Nel tardo pomeriggio del 14 maggio, a Bologna, un corteo di circa un centinaio di persone si è mosso per il quartiere della Bolognina per portare in strada messaggi in solidarietà alle/i compagne/i anarchiche/ci arrestate la notte del 13, attraverso interventi al
megafono, cori, volantinaggi e striscioni. Dopo ormai diversi mesi di isolamento da emergenza coronavirus, la presenza solidale in strada di ieri è la dimostrazione che una simile inchiesta dei Ros, per quanto ridicolosamente abbozzata, che ha portato alla carcerazione dei/delle compagni/e e all’applicazione di ulteriori misure repressive per altre/i compagne/i, non riesce a fermare la solidarietà con chi si ribella allo stato delle cose. Nè tantomeno, le lotte in ogni tempo di chi si difende contro chi controlla le nostre vite, contro lo sfruttamento a spese della salute altrui, contro ogni infame galera.

LIBERTÀ PER: ELENA, NICOLE, STEFI, 
DUCCIO, GUIDO, LEO E ZIPEPPE!
VI RIVOGLIAMO SUBITO TRA NOI!



Radio Ondarossa – In collegamento telefonico con un compagno da Bologna parliamo dell’operazione “Ritrovo” a carico di compagni e compagne impegnati/e nella lotta contro le carceri e i centri di detenzione amministrativa.

https://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/2020/05/bologna-solidarieta-che-spaventa-procura


Con rabbia e con amore,
nostra linfa per lottare ora e sempre.
LIBERE TUTTI SUBITO
Da Firenze


Comunicato della rete di iniziativa anticarceraria


Riceviamo e diffondiamo:

Solidarietà dall’Assemblea no CPR no Frontiere di Trieste

POTREBBE COLPIRE CHIUNQUE: AGIRE DIVENTA AUTODIFESA
Solidarietà e cassa resistenza

Mercoledì 13 maggio l’operazione “Ritrovo”, coordinata dalla procura di Bologna, ha incriminato diverse persone tra Bologna, Firenze e Milano: 7 di loro sono state arrestate, in custodia cautelare e senza processo; altre 4 hanno ricevuto misure cautelari alternative. Si tratta di compagne e compagni che, come noi, si oppongono a frontiere e CPR e credono che attraverso l’azione si possa creare un mondo solidale, senza più persone oppresse e sfruttate.

Al Tribolo, spazio bolognese preso di mira dall’operazione, ci siamo state anche noi e lì, come in tanti altri luoghi, abbiamo potuto conoscere compagne attive nella lotta ai CPR di altre città.

L’operazione repressiva che ha portato alle misure cautelari, condotta dal Ros (!) e dalla procura antiterrorismo di Bologna (!!) è atroce, di una franchezza inaudita e pericolosa per la libertà di tutte e tutti.

È atroce perché utilizza le leggi antiterrorismo per terrorizzare la società, criminalizzando chiunque tenti di reagire alle ingiustizie. Rappresenta il quinto tentativo in poco più di anno di raggruppare sotto il pesantissimo 270bis CP (associazione con finalità di terrorismo o di
eversione), ormai sventolato con una disinvoltura preoccupante, iniziative, manifestazioni, diffusioni di critiche e azioni. Portare solidarietà e supporto agli/le ultim* con costanza e determinazione è diventata ragione sufficiente per essere accusate di “terrorismo”: ormai
viene accusat* chiunque porti avanti pratiche coerenti di pari passo con
analisi di critica radicale dell’esistente.

Le compagne e i compagni, tra le altre cose, vengono accusat* “di contrastare anche mediante ricorso alla violenza le politiche in materia di immigrazione”, di mettere in atto azioni volte a “contrastare e impedire l’apertura dei Centri Permanenti [?] di Rimpatrio”: ma noi sappiamo bene che chi pratica davvero violenza e terrorismo è chi rinchiude le persone in strutture come i CPR, imprigionate per mesi in attesa della deportazione, ammassate in condizioni intollerabili, spesso picchiate, talvolta lasciate morire o ammazzate.

L’operazione è inoltre spudoratamente franca, tanto che nelle stesse carte compare la ragione dell’operazione: “l’intervento [..] assume una strategica valenza preventiva volta ad evitare che in eventuali ulteriori momenti di tensione sociale, scaturiti dalla particolare descritta situazione emergenziale possano insediarsi altri momenti di più generale “campagna di lotta antistato […]”. In breve, lo Stato rinchiude coloro che potrebbero partecipare attivamente ad atti di ribellione contro di esso.

E perciò diventa estremamente pericolosa per la libertà di tutte: se basta questo, ci chiediamo, chi saranno le prossime e i prossimi? Approfittando del totalitarismo di fatto creato “per la nostra salute”, lo Stato di diritto si è tolto la mascherina democratica per attaccare apertamente i suoi oppositori politici; la famigerata libertà di espressione e di opposizione con la quale, fino a ieri, si è riempito la bocca, viene messa da parte senza fatica. Se non reagiamo, ciò che è successo ieri potrebbe rappresentare uno spaccato dei prossimi tempi; potrebbe risuccedere a chi deciderà di scendere in strada per opporsi
alle ingiustizie, per non far pagare la crisi che verrà alle fasce più povere o per creare legami solidali.

Esprimiamo solidarietà e calore alle compagne e ai compagni, repress* per aver lottato senza delega e mediazioni contro le istituzioni e le strutture dello sfruttamento e dell’oppressione.

Elena, Leo, Zipeppe, Stefi, Nicole, Guido, Duccio, Martino, Otta,
Angelo, Emma, Tommi liber* subito!!!

Stiamo raccogliendo in una cassa comune contributi da inviare per le spese legali cui dovranno far fronte le persone coinvolte in quest’ultima operazione: chiunque voglia e possa contribuire ci contatti sulla pagina facebook “no cpr e no frontiere – fvg”!


“Le persone immigrate rinchiuse nella tendopoli di San Ferdinando hanno mandato questo” Solidarietà da Campagne in lotta e da Comitato Lavoratori delle campagne



Foto da La Vampa, casa femminista occupata a Napoli

Ciao, un messaggio, una canzone e un abbraccio solidale dalla Vampa, casa femminista occupata di Napoli.

Si alza il nostro grido di rabbia e libertà per le compagne e i compagni imprigionate/i.

Sentiamo ancora l’eco delle rivolte delle carceri di questi mesi: a Napoli si cantava “Sarò con te, e tu non devi mollare, abbiamo un sogno nel cuore, sarà per tutte evasione”. Due mesi dopo, il 13 maggio, ancora una volta, nel cuore della notte i  Servi dello stato sono andati a prendersi dei compagni e delle compagne, usando ogni singolo volantino e ogni singola scritta su muri di solito silenziosi per inventarsi che sono loro a spargere terrore. Adesso sette di queste/i compagne/i sono in carcere e altre/i cinque sono costrette/i a non allontanarsi mai da Bologna, una città che si vuole pacificata ma dove per fortuna in tante e tanti continuano a non arrendersi e lottare.

Le sezioni delle carceri in fiamme negli ultimi mesi devono aver spaventato quelli che hanno il potere, così tanto da giustificare spudoratamente una pesantissima repressione contro chi ha gridato la sua solidarietà dall’esterno. Già dopo le prime rivolte lo Stato parlava di regie occulte, senza riconoscere che questi momenti sono l’espressione della rabbia incontenibile di chi viene sfruttato/a e rinchiuso/a per garantire la sopravvivenza di questo sistema al collasso. Ora i burattini del potere giustificano queste assurde misure cautelari con il pretesto di prevenire tensioni sociali, nell’emergenza che loro stessi hanno creato. Fa paura chi continua a opporsi al sistema nonostante la repressione, chi sceglie di scendere in strada e portare il sostegno alle lotte. Ciò che si punisce “preventivamente”, più che le azioni, è il rifiuto di piegarsi al sistema.

Noi sosteniamo chi si rivolta nelle carceri e continueremo a farlo, soprattutto ora che il potere ha svelato le sue carte rendendo evidente quali sono le esistenze che ritiene inutili e che possono essere sacrificate sull’altare del profitto e del progresso, quelle esistenze fatte di corpi ribelli che non possono e non vogliono essere domati. Guarda caso, sono proprio i legami con queste esistenze a essere puniti, per spezzare la solidarietà che si costruisce nelle lotte fatte insieme.

Contro l’isolamento dello Stato e dei tribunali, rispondiamo con solidarietà e complicità. Antenne, carceri, cpr, frontiere: siamo tutte complici, il nemico è lo stesso.

La stupidità del potere sta nel non avere ancora capito che da ogni nuova frontiera che cercherà di tracciare, da ogni gabbia che cercherà di costruire, da ogni corpo che cercherà di normare e disciplinare, altre lotte straborderanno e si moltiplicheranno, la rabbia e l’amore non invecchiano, ma ricordano e crescono.

Pensano di fermarci rinchiudendoci dentro quelle mura, ma noi da sempre sfidiamo la divisione tra il dentro e il fuori, rompendo l’isolamento che vorrebbero imporre, ora  ancora di più possiamo continuare la lotta insieme.

Tutte Libere, Tuttx Liberx, Tutti Liberi

 


Riceviamo e diffondiamo:
 

Riceviamo e condividiamo:

Pensaci



Riceviamo e diffondiamo dall’Ex Caserma liberata di Bari:

Esprimiamo solidarietà con i/le compagni/e che ancora una volta subiscono la repressione da parte dello Stato attraverso perquisizioni, misure cautelari ed arresti. Il dato più preoccupante è notare come dallo stato di emergenza il cui siamo entrati per il covid è scoppiata la risposta securitaria dello Stato, con grosso restringimento delle libertà individuali e collettive, che son state “consensualmente ” accettate pena denuncia o multa. Sono aumentati i controlli per le strade al posto di fare dei punti d informazione e distribuzione gratuiti di presidi medici base, son aumentati i controlli aerei con ingenti somme di denaro per farli volare e controllarci al posto di dare cibo e reddito alla popolazione costretta in casa. Abbiamo visto come denuncie e fermi vengano fatti ad occhi chiusi, abusando di quel potere attribuito alle divise che si trasforma in mano esecutoria e repressiva dello Stato, che può violare i diritti personali con forza, arrestare e imporre misure cautelative oltre pedinare ed intercettare per accusare infine gli indagati di reati come associazione a delinquere o finalità di terrorismo o eversione dell’ ordine democratico. Lo Stato pensa a punire chi dissente e non abbassa la testa alle condizioni precarie in cui vengono lasciati x sfruttat* , x lavorator* senza porsi nessuna domanda nè sulle condizioni disagiate nè sulle motivazioni che spingono le lotte sociali, sulla rivendicazioni di chi esige e vorebbe una vita degna per tutti e tutte. Invece lo Stato attraverso l’informazione pubblica punta il dito sulla partecipazione a cortei di solidarietà, alla diffusione di materiale informativo o sulle antenne danneggiate e non, per esempio, sui morti che la produzione di armi e bombe provoca nei paesi o dai paesi a cui le vendiamo. Non vogliamo essere chiamati complici e fare finta di niente lasciando anche queste fabbriche inutili aperte durante una situazione di pandemia….la cosa assurda è vedere come ci stanno sempre più facendo accettare la perdita di libertà, tanto da non vedere quanto queste misure cautelative siano di strategica prevenzione, per evitare l’ipotesi che si possano sviluppare tensioni sociali anti Stato data la situazione di emergenza che proprio il governo sta facendo pesare sulla popolazione non dando reddito universale e quindi costringendo chi può a lavorare rischiando e tanto altri a casa.
Il messaggio grave che passa da tutto ciò è che la solidarietà , il sostegno alle lotte e la possibilità di vederla in modo diverso, diffondendo materiale possano essere considerati reati o azioni perseguibili fintanto con l’arresto. Arresti e misure preventive fatti per non ascoltare le problematiche sociali e sedare chi vuole uscire dalla condizione di fame, PUZZANO di un passato dittatoriale e fascista a cui, per nessun motivo, dobbiamo tornare.

Ex caserma liberata Bari



Riceviamo e pubblichiamo:

“Ciao, mandiamo anche in allegato il testo che inorridendo per quanto messo in atto dalla procura di Bologna, abbiamo scritto ieri. Un saluto da Roma.”

*MERDE – CESSI – CHIAVICHE*

Queste sono le parole che abbiamo sentito risuonare in questi ultimi mesi dalle bocche di numerose familiari di persone detenute, riferite per lo più all’operato vigliacco e vendicativo di giudici, magistrati, ministri e viceministri operanti nella sfera della sorveglianza, della repressione, della reclusione. Della “Giustizia”, insomma… che in questo periodo di emergenza-Covid, ha preferito mostrare il pugno di ferro invece di mettere in atto misure adeguate a preservare veramente la vita di chi si trova in carcere.

Oggi, più di sempre, ci uniamo a questo coro.

Oggi, che lo Stato ci strappa, arrestandoli, altri 7 tra compagni e compagne, i nostri cari.

Oggi, che la procura di Bologna rende operativi dei mandati di cattura ideati, ed eseguiti in piena notte, dai Reparti Operativi Speciali dei carabinieri, e impone ad altri/e 5 l’obbligo di dimora a Bologna, rientro notturno e firme quotidiane.

L’inchiesta ripercorre il modus operandi di ormai decine di altre in passato, il ciclico e strumentale utilizzo dell’articolo 270 bis, l’associazione con finalità di terrorismo, che tutto giustifica. Soprattutto i mezzi impiegati, i soldi spesi per farlo, e i tempi d’indagine prolungati.

Questa inchiesta infatti è un po’ datata (sembra prendere avvio nel 2018)… ma una nota della procura ci chiarisce il perché, nonostante la richiesta delle custodie cautelari fosse depositata nei loro uffici già dal luglio 2019, proprio ora viene accordata.

Non è nostra abitudine citare certe fonti, ma questa volta ce la sentiamo, ché questa nota ci suggerisce un paio di considerazioni: 1) […] “/Le evidenze raccolte in questo ultimo periodo, caratterizzato dalle misure di contrasto all’emergenza epidemiologica del Covid-19, hanno evidenziato l’impegno //degli appartenenti al sodalizio//[…] ad offrire il proprio diretto sostegno alla campagna “anti-carceraria”, accertando la loro partecipazione ai momenti di protesta concretizzatisi in questo centro/” (Bologna).

Come spesso accade, è la generosità – e l’impegno, certo -, delle compagne e dei compagni che viene punita.

Non ci fossero state le rivolte a rivendicare vita e dignità, e le iniziative fuori a sostenerle, la “questione carcere” e le morti, pesanti come macigni che si porta dietro, sarebbero rimaste tombate nel silenzio.

2) […] “/In tale quadro, l’intervento, oltre alla sua natura repressiva per i reati contestati /(ma ciò non dovrebbe avvenire a processo concluso? Cioè una volta eventualmente accertate le responsabilità?)/, assume una strategica valenza preventiva volta ad evitare che in eventuali ulteriori momenti di tensione sociale, scaturibili dalla particolare descritta situazione emergenziale //possano insediarsi altri momenti di più generale “campagna di lotta antistato” oggetto del citato programma criminoso di matrice anarchica.///” […]. E la valenza preventiva connaturata a qualsiasi misura cautelare, non dovrebbe riferirsi al pericolo di reiterazione di un qualche reato, un po’ più specifico di un opinabile “istigazione” al limite del “delitto d’opinione”?

Certo, se la custodia cautelare è già considerata come repressione dei reati contestati, è evidente che si può affermare senza problemi che in questo già claustrofobico momento bisogna prevenire, anche tramite la privazione della libertà, l’azione di chiunque si permetta di mettere in discussione la natura e le scelte dello stato (che nel mentre ha mostrato cosa – e chi – è sacrificabile) … come se non fossero esse stesse a provocare la tensione sociale.

Oggi più di sempre possiamo solo dire di essere orgogliose/i di avere delle compagne e dei compagni che anche nei periodi più difficili non rinunciano a battersi per ciò che si ritiene giusto! Contro ciò che risulta inaccettabile! E che sempre più persone arriveranno a comprendere volenti o nolenti, non perché lo dicono gli anarchici, ma perché, come questi tempi hanno reso evidente, lo stato non fa sconti a nessuno.

In quanto alla formula del terrorismo, a onor del vero usata e abusata nel corso del tempo, e sempre spendibile strumentalmente nel teatrino mediatico, non sprechiamo parole.

Ad Elena, Stefi, Nicole, Zi peppe, Guido, Duccio, Leo, rinchiusi nelle varie sezioni penitenziarie di Alta Sicurezza adibite ai sovversivi e alle sovversive; ad Emma, Otta, Martino, Tommi, Angelo, colpiti dalle altre misure restrittive, va tutta la nostra solidarietà, il nostro sostegno, il nostro affetto.

LIBERE SUBITO, LIBERI SUBITO!

*Roma, 13 maggio 2020.*

*NED-PSM*


“Da Atene,
striscione ad Exarcheia, a Mesologgiou, in solidarietà con l’operazione
a Bologna.

Lo striscione dice “solidarietà con i 12 compagn* perseguitati – si usa
dire in greco per comprendere tutte le persone con diverse misure –
dell’operazione “Ritrovo” a Bologna. Lo stato unico terrorista.

Vicino a psm ci sta il MFD che è sbirri fasci assassini.

Saluti!”


Riceviamo e condividiamo dalla Valle del Sillaro:
LIBERTAD PARA TODXS
AHORA


Solidarietà da Parigi


DA BERLINO SOLIDARIETÁ INCONDIZIONATA E MASSIMO SUPPORTO AGLI ANARCHICI E ALLE ANARCHICHE COLPITI/E DALL’OPERAZIONE RITROVO.

Domenica ci siamo riappropriat* di una piazza nel quartiere di Friedrichshain. Per tutto il pomeriggio abbiamo allestito striscioni e banchetti informativi, mettendo a disposizione indirizzi e materiale per poter scrivere e far sentire la nostra vicinanza e solidarietà ai compagnie alle compagne colpiti/e dall‘ operazione Ritrovo. Positiva enumerosa è stata la partecipazione, cosi come sensibile e attento èstato l´interesse dei passanti e degli abitanti del quartiere.

Purtroppo,come da tempo ormai sta accadendo, la repressione della polizia si fasempre più aspra contro ogni forma di manifestazione di dissensopolitico nelle strade. Due ore dopo l’inizio dell’iniziativa, uningente dispiegamento di polizia ha intimato di togliere tutto il materiale politico (libri, opuscoli, striscioni) e di disperdersi. Con una certa ostilità abbiamo cercato di rimanere più a lungo possibile. E´chiaro che queste sono misure mirate solo a limitare lalibertà di espressione e a reprimere ogni tentativo di azione. Non ci lasceremo intimidire e continueremo tutt* insieme ancora più determinati di prima.

L’obiettivo dell’apparato repressivo è la criminalizzazione dei nostri comportamenti. La nostra stessa esistenza sale sul banco degli imputati perché, irriducibili a ogni forma di controllo, ogni nostro respiro si fa tempesta tra le maglie del potere. La nostra vita, lenostre relazioni, i nostri sogni, la dignità con cui pretendiamo divivere sono fiori in questo deserto di paura, sopraffazione esfruttamento che il sistema che difendete ha creato. Chi ha conservato la bellezza negli occhi troverà il modo di riprendere inmano il proprio destino. A noi il compito di difendere con dignità questi fiori di resistenza. Caro stato, cari governi, la vostra inettitudine, l’impoverimento causato dalle vostre logiche diprofitto, la violenza che impregna le vostre galere e le vostrecaserme, l’imprigionamento e lo sfruttamento derivanti dalle vostrepolitiche migratorie razziste, la distruzione sistematica dellanatura in nome dei vostri sporchi interessi, sono sotto gli occhi di tutt* e chi é colpito da tutto ciò in prima persona sa bene dove econtro chi sputare il proprio veleno; non ha bisogno delle nostre “istigazioni”, termine che vi diverte usare per definire lanostra solidarietà. Quello che voi chiamate “imbrattamento” per noi é comunicazione diretta. Quello che voi chiamate “istigazione a delinquere” per noi é condivisione. Quello che voi chiamate “progetto criminoso” per noi si chiama lotta.


Riceviamo e condividiamo:

SOLIDARIETÁ AI COMPAGNI E ALLE COMPAGNE COLPITI/E DALL’OPERAZIONE RITROVO. LIBERTA’ x TUTTI E TUTTE!

Un saluto solidale dalla Romagna alle compagne e ai compagni perquisite/i ed arrestate/i nella notte del 13 maggio 2020 e allo spazio anarchico di documentazione “il Tribolo” di Bologna, perquisito da Ros e carabinieri durante l’ennesima operazione anti-anarchica – l’inchiesta “ritrovo” firmata dal Pm Dambruoso.
La montatura (anche mediatica) della procura bolognese ha posto sotto custodia cautelare 12 persone: in 7 sono ora in carcere ed in 5 con l’obbligo di dimora a Bologna con rientro notturno, di cui 4 anche con l’obbligo di firma una volta al giorno.
Alle compagne e ai compagni viene contestata l’ “associazione sovversiva” (il famigerato articolo 270bis) per l’incendio di un’antenna ma soprattutto per le lotte portate avanti negli ultimi mesi di emergenza Covid19. Infatti, l’intero castello giudiziario è talmente chiaro e spudorato che le carte della procura di Bologna parlano da sole: “l’intervento [..] assume una strategica valenza preventiva volta ad evitare che in eventuali ulteriori momenti di tensione sociale, scaturiti dalla particolare descritta situazione emergenziale possano insediarsi altri momenti di più generale campagna di lotta antistato oggetto del citato programma criminoso di matrice anarchica”.
La procura di Bologna, per farla breve, ha voluto compiere con questo atto veri e propri arresti preventivi – per sua stessa ammissione! – contestando alle compagne e ai compagni momenti di lotta come il sostegno attivo alle proteste e alle rivendicazioni dei detenuti o la concreta opposizione all’incarceramento amministrativo delle persone immigrate all’interno di quei lager che sono i Cpr.
Le carte lo attestano chiaramente: “Le evidenze raccolte in questo ultimo periodo, caratterizzato dalle misure di contrasto all’emergenza epidemiologica del Covid-19, hanno evidenziato l’impegno degli appartenenti al sodalizio (…) ad offrire il proprio diretto sostegno alla campagna “anti-carceraria”, accertando la loro partecipazione ai momenti di protesta concretizzatisi in questo centro”.
Dunque ad essere messa sotto accusa è, come accaduto altre volte, la solidarietà nei confronti delle persone recluse, impegnate in dure rivolte per il rispetto di diritti seppur minimi; rivolte che sono costate 14 morti ammazzati dallo Stato ed altri detenuti uccisi dal virus. Uno Stato assassino che ancora oggi invece di aprire le porte delle sue infami galere (come hanno fatto perfino paesi considerati dispotici come l’Iran) lascia che il contagio si diffonda all’interno di queste, pronto a sacrificare la vita dei detenuti sull’altare del dio della sicurezza mentre, è ovvio, la sicurezza di non ammalarsi in galera non interessa.
La paura dello Stato e dei suoi lustrascarpe è anche che proteste, rivolte, lotte diventino lo spettro che si aggirerà sui territori quando il post-emergenza sanitaria si trasformerà in emergenza economica. Oggi banche, imprenditori e padroni – anche i più schifosi capitalisti come FCA (ex Fiat) – hanno già incominciato a battere cassa ma la coperta per rimboccare i ricchi lascerà scoperti per l’ennesima volta i meno garantiti, le classi sociali più esposte ad ogni “crisi”, le vite precarie, i poveri e gli sfruttati. Per questo hanno già intrapreso il giro di vite a cominciare dagli anarchici, che da sempre sono i più fastidiosi per chi detiene il potere, per poi continuare contro chiunque è attivo nelle lotte reali: dai lavoratori organizzati che scioperano a chi reclama il salario non corrisposto (vedi le misure cautelari contro gli attivisti bolognesi della campagna “il padrone di merda”); da chi occupa le case sfitte a chi è attivo nello sciopero degli affitti; fino a mandare l’esercito contro chi scende in strada sfidando le restrizioni assurde che continuano a rimanere in piedi mentre tutto il comparto produttivo ed economico è aperto.
Sul banco degli imputati allora non ci sono solo quelle 12 persone ma chiunque, a suo modo, lotta contro questo mondo e il suo modello di organizzazione sociale, politica ed economica.
Se questo significa essere etichettati come sovversivi, ebbene accettiamolo di buon grado: sì, vogliamo sovvertire questo mondo, basato su continue ingiustizie! Vogliamo spezzare sbarre e catene e vogliamo anche che non ci siano più galere e persone chiuse a chiave! Vogliamo non ci siano più né ricchi e nemmeno persone povere! Vogliamo porre fine all’organizzazione capitalista e al dominio dell’autorità sulle nostre vite, sui nostri corpi e sui nostri desideri.
Eccola qua, il vostro “programma criminoso”!

Un caldo abbraccio alle persone arrestate e a quelle con l’obbligo di dimora.

Elena, Leo, Zipeppe, Stefi, Nicole, Guido, Duccio,
Martino, Otta, Angelo, Emma, Tommi liber* subito!!!

Alcuni solidali dalla romagna.

[Nelle foto, striscione di solidarietà apposto su un cavalcavia della tangenziale di Forlì]


Riceviamo e diffondiamo:

“Solidarietà alle/ai compagne/i bolognesi dall’appennino!!!!”


Riceviamo e pubblichiamo!

“Ciao!
Ieri diversi gruppi e sensibilità complici e solidali si sono raccoltx qui a Bologna per sostenere i/le compagne anarchiche colpitx dalla repressione.

Invio una foto che non rende comunque l’idea della partecipazione.

Sperando di vederci tutte e tutti oggi sulle bici per dire ancora e sempre che non accetteremo intimidazioni, un abbraccio!

Una”


Dalla Majella al Gran Sasso!


Da Nuoro


Biciclettata e presidio alla Dozza, Bologna.


Giriamo da Napoli:

Venerdi’ 22 maggio un gruppo di persone ha portato un saluto solidale ai detenuti nel carcere di Poggioreale a Napoli. La volontà dex solidalx era mostrare sostegno ai prigionieri e ribadire complicità con chi lotta dentro e fuori contro un mondo di gabbie. Più tardi uno striscione è stato appeso in città, si è letto uno dei comunicati riguardanti gli arresti di Bologna e in tante e tanti si è urlato il nostro odio per l’autorità e le galere.


Riceviamo e condividiamo:

“Un piccolo pensiero per i/le compagnx dentro”


¡Que quemen todas las jaulas!

Rabbia e solidarietà dall’Andalusia, libertà per tutte/i!


Bologna


Il 13 maggio a Bologna sette anarchic* sono stati portati in carcere e altr* cinque sono stati sottoposti all’obbligo di dimora. L’accusa è quella di aver sabotato delle antenne nel 2018. La Procura di Bologna ha poi messo nero su bianco che gli arresti sono avvenuti, proprio ora, in un’ottica di “strategica valenza preventiva” in merito alle lotte anti-carcerarie, a seguito delle rivolte dei mesi scorsi durante le quali hanno perso la vita 14 prigionieri.

Complici con chi si ribella allo Stato e a ogni forma di autorità e di galera, anche da Pescara pretendiamo l’immediata liberazione di Duccio, Guido, Zip, Elena, Stefania, Nicole e Leo.

 

 

 

 

 

 

 


Ancora solidarietà!

“Saluti da Bolzano Male”


Solidarietà da Parigi!

SOLIDARIETÀ AI/ALLE ARRESTATX IN ITALIA ! L’UNICA SICUREZZA È LA LIBERTÀ!

Nella città di Bologna, in Italia, la fine del confinamento a coinciso, per alcunx, con l’inizio della reclusione. In seguito alla grossa operazione repressiva del 13 maggio, sette compagnx anarchici sono stati arrestatx, e altrx cinque hanno ricevuto l’obbligo di dimora e di firma in commissariato una volta al giorno.
L’accusa è quella di associazione sovversiva con finalità di terrorismo.

Terroristx, perché erano davanti alla prigione di bologna durante la rivolta (marzo 2020), in solidarietà con i prigionieri che, laggiù come dappertutto altrove, si ribellavano per non crepare di covid e di carcere. Terroristx, perché non hanno mai smesso di lottare contro la reclusione, contro le politiche migratorie e contro lo sfruttamento.

Ma noi lo sappiamo bene : in Italia come in Francia, terrorista è lo Stato che lascia morire ile prigionierx nelle carceri e nei CRA (centres de rétention administrative, il corrispettivo dei CPR italiani) durante l’epidemia, che arresta tortura e umilia ogni giorno, con o senza virus, tuttx quellx che non hanno i documenti giusti, che non hanno abbastanza soldi e che decidono di non abbassare la testa.

Solidarietà ai/lle arrestatx di Bologna e a tuttx i/le prigionierx!
Tutti e tutte fuori dalle galere!

Assemblea contro i CRA (regione parigina)
https://abaslescra.noblogs.org/solidarite-avec-les-arrete-e-s-en-italie-lunica-sicurezza-e-la-liberta/


Striscione appeso nella piazza centrale di Tricase nel Salento

TUTTE/I LIBERI!


Operazione ritrovo – liberx tuttx

A poche ore dal corteo di sabato 30 maggio i compagni e le compagne presi in ostaggio dallo Stato nell’operazione ritrovo sono statx tuttx liberatx. Per alcunx è caduta ogni misura cautelare, mentre ad altrx è stata applicata la misura dell’obbligo di dimora e di rientro serale.

L’accusa di essere “un’associazione finalizzata al compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico dello Stato italiano” è caduta per tuttx, a dimostrare come lo spauracchio del terrorismo sia sempre stato un pretesto addotto dalla Procura per fomentare l’opinione pubblica contro gli anarchici e le anarchiche e tentare di spezzare la solidarietà e le convergenze tra le lotte. Se c’è ancora qualcunx persuasx della necessità e della possibilità di una trasformazione sociale globale, meglio sbatterlo in prigione. L’obbiettivo di questa logica totalitaria è che nessun cambiamento deve essere  possibile.
È stata la stessa
Procura ad ammettere la finalità preventiva di tale operazione, con un’attenzione specifica sulle mobilitazioni anti-carcerarie.

Tra la gioia di poter riabbracciare compagne e compagni, vogliamo ribadire che solo la lotta paga.

Quando lo Stato gode di poco consenso la carta della ‘guerra contro il terrorismo’ appare per riguadagnare il ‘prestigio’ perduto, ma la loro prevenzione non fermerà la nostra voglia di libertà e la solidarietà con chi lotta per un mondo migliore.

Rete bolognese di iniziativa anticarceraria
https://oltreilcarcere.noblogs.org/post/2020/06/05/operazione-ritrovo-liberx-tuttx/


Foto del corteo in solidarietà del 30 maggio a Bologna.
Notizia scarcerazione e corteo su Zic
https://www.zic.it/inchiesta-ritrovo-scarcerate-i-le-gli-arrestate-i-centinaia-in-corteo/